Survivin’ Poli

Come sopravvivere al Politecnico di Torino

Disclaimer: queste istruzioni sono la mia ricetta per uscire dall’università. Vi esorto a non seguirle, perché sono devastanti per il vostro fisico e possono causarvi malattie gravi (cancro, per dire. Infarti a 25 anni). Fortunatamente mamma mi ha fornito di un fisico resistente, ma posso benissimo vedere che rispetto agli anni del liceo mi sto disfacendo.

Il Politecnico di Torino

È rinomato per essere una delle facoltà di Ingegneria più dure. E non sto parlando di architettura, gestionale eccetera, per carità. Sto parlando di ingegneria vera, come Elettronica.
Materie iperspecialistiche, formule che non basta una pagina nemmeno a scrivere piccolo, orari fatti alla cazzo in cui capita di avere 10 ore di lezione il venerdì per guastarti adeguatamente il weekend, il quarto d’ora accademico inesistente, la possibilità di lavorare per pagarti l’università nemmeno da prendere in considerazione, sbarramenti all’accesso alla laurea specialistica e percentuali di abbandono da campagna di Russia, tirocini in uffici tecnici polverosi con schermo a risoluzione 800x600px e grafici di dimensione 3600x2400px con i “colleghi” che ti dicono così non va bene fammelo cosà e per favore metti tutto a 3,3V anzichè 5V senza diminuire le prestazioni e scegliendo famiglie logiche compatibili. Stringere i denti pensando alla laurea triennale.
Se sei un pendolare devi svegliarti alle 6 di mattina per trovare il parcheggio o beccare il treno, e puoi stare sicuro che avrai la luna storta sin dall’inizio: un giorno ci sono i lavori in autostrada, un altro giorno arrivi a pelo e non paghi il ticket, finita la lezione 2 ore dopo trovi una multa da 73€, allora prendi il treno e i cobas organizzano uno sciopero per protestare contro la gestione del cazzo delle Ferrovie Statali.

Ingegneria a Torino: le radici del futuro.

Il futuro che vi aspetta

Iniziate a fumare. Fumare vi permette di non pensare ai cazzi vostri, di stordirvi abbastanza per pensare solo al progetto di laboratorio che dovete consegnare in 3 giorni sapendo che comunque il professore lo correggerà un mese dopo. Sperate di non beccarvi il cancro, secondo alcune statistiche se finite entro i 25 anni e poi smettete immediatamente di fumare c’è la possibilità di morire da cristiani.

Non pensate alle donne. Anche se siete belli, diciamo fighi, le donne a Ingegneria non ci sono oppure sono dei cessi. Le eccezioni fanno architettura. Se siete così fortunati da trovarvi una donna, vi accorgerete ben presto che è stato un errore: alla prima sessione di esami non potete permettervi di non farvi più sentire per un mese, perché spunteranno fuori cose come “minimo sindacale di incontri”, “non mi ami abbastanza”, “ti dò più io di quanto non ricevo”…
Siamo sinceri: le donne sono normalmente molto più sensibili di noi uomini, hanno bisogno di sentirsi amate e questo richiede impegno. Non è una cosa enorme, noi non siamo delle merde insensibili. Ma quando siamo sul bilico di una crisi di nervi tra 3 esami da preparare, 2 progetti e 1 tesi ci manca solo più di avere problemi in campo sentimentale.
Quando entrate a Ingegneria, vi sposate con una puttana più potente di voi: la laurea.

Non pensate ai soldi: vi verrebbe solo da piangere. Le tasse universitarie, grazie alla dissennata politica pro-famiglia, pro-lavoro precario e pro-evasione fiscale seguita dal Berlusca, sono aumentate del 15% ogni anno.
E questo governo nonostante i proclami non riesce a fare di meglio. Qualcuno mi spiega perché bisogna destinare i 2/3 del famoso “tesoretto” alle famiglie?
«Perché l’ha detto il Papa e come cattolici obbediamo.»
Io con le parole del Papa mi ci lavo il culo, se esco dall’università e finisco per guadagnare meno di un diplomato non avrò nemmeno i soldi per farmi una famiglia!
La sola speranza è di trovare un lavoro all’estero, questo già lo so.
Se avete problemi a pagare le tasse universitarie la vostra unica speranza è l’EDISU, che vi costringerà a riempire montagne di moduli e consegnarli a scadenze assurde. Scordatevi di trovare un lavoro interinale nel frattempo, vi succhierà tutto il tempo e sarete pagati così miseramente che una volta pagate le tasse universitarie, l’affitto dell’alloggio o il college vi resteranno a malapena i soldi per le sigarette e il caffè. E non avrete dato un cazzo di esami!
È una spirale perversa, grazie alla quale i datori di lavoro evadono le tasse e si comprano i SUV per poi potervi tamponare in autostrada con la quantità di moto che solo tonnellate di acciaio sparate ai 200 all’ora possono avere.
Se siete pieni di soldi da far schifo comprate un Bigfoot e schiacciate tutti i SUV: vi costruirò personalmente una statua in bronzo e circuiti elettrici da mettere al centro del cortile del Poli.

Abituatevi al gusto del caffè: è il vostro prezioso alleato per lavorare di notte. Abituatevi a dormire 6 ore a notte. Grazie alla brillante introduzione dei crediti universitari vi ritrovate a dare una media di 3 esami ogni 2 mesi, 1 dei quali richiede oltre allo scritto un progetto di laboratorio e la relativa relazione.
Non è raro stare svegli per 3 giorni e 3 notti ininterrottamente. Sopravvive solo chi ha la macchinetta espresso in cucina.

Riempite i momenti liberi uscendo con gli amici: se avete problemi di depressione non potete assolutamente pensare di rimanere a casa perché siete stanchi. Bastano 3 ore da soli e il vostro cervello inizierà a pensare a come vi state devastando. Dovete avere un fisico bestiale, volontà d’acciaio e peli allo stomaco che fanno invidia a un mammuth.
Uscite anche se il giorno dopo la sveglia è alle 6, meglio morti di sonno, ubriachi marci che svegli e coscienti con la depressione che marcia a spron battuto.
Sfogatevi, ridete con gli amici della vita di merda che fate! La loro risata vi darà conforto. Gli amici sono la cosa più preziosa che avete.

Cercate un alloggio vicino all’università, a un kebabbaro e una pizzeria a domicilio. Quando non avrete tempo per cucinare il kebab vi salverà. Evitate il McDonald come la peste! Già fumate 2 pacchetti di sigarette al giorno e vi stordite d’alcool quando uscite, se poi pigliate regolarmente patatine e Big Mac durante gli esami allora non avrete la minima probabilità di uscire vivi dall’università.

Non andate in chiesa: con tutte le bestemmie che tirate in 3+2 anni di università, non è proprio il caso di portare la vostra immonda anima in un luogo sacro. Gli altri non lo sanno e Dio pare sia infinitamente comprensivo, ma un po’ di buona educazione non guasta. Ricordate che il Dio del Vecchio Testamento non sembra molto incline a fare buon viso a cattivo gioco.

Cercate di essere furbi: dovete imparare a ottenere il massimo col minimo sforzo. Il minimo sforzo a Ingegneria è sempre un pelo di figa inferiore alla vostra massima capacità di lavoro. Questo vuol dire allearsi con i compagni di sventura, passare e farsi passare gli appunti, dividersi equamente il lavro del progetto. Anche a costo di non imparare al 100% una materia: l’obiettivo è imparare la maggior parte delle cose nelle materie che piacciono, e il minimo indispensabile per passare le materie che sgrattano i coglioni.
La regola generale è che dovete ottenere alti voti nelle materie interessanti e ridurre al minimo i danni nelle altre. Spiegate ai compagni quello che voi padroneggiate, fatevi spiegare quello che non vuole piantarsi nel cervello.

Voi e gli Altri

Quando vi dicono che Filosofia è più dura di Ingegneria, non estraete la katana. Convincetevi che per saperlo veramente dovreste fare pure filosofia, che Kant vi stava ampiamente sulle palle già al liceo, che quando avrete finito l’università avrete una casa più grande del filosofo (anche se non è vero).

Quando un maturato vi chiede se è meglio fare Ingegneria o Economia, rispondetegli tranquillamente che Ingegneria è fattibile. Proverete un piacere sadico inenarrabile, girerete per la città di notte ridendo come una iena che ha adocchiato una carogna putrefatta nella savana. Sono piccoli piaceri macabri di cui non dovete privarvi per nulla al mondo. E se avete delle crisi di coscienza bevete una birra. Vietato pentirsi delle proprie azioni.

Quando all’esame orale il professore vi scorge impreparato, non agitatevi.
Conservate la dignità. Sapete benissimo che siete andati solo per racimolare un 18, e quello che non sapete lo dovete compensare con il vostro apparire: tranquilli, voce ferma, niente tentennamenti, onestà. Onore.
Se non sapete una cosa è meglio dirlo francamente, se vi mettete a scarabocchiare ghirigori senza senso sul foglio il professore vi chiederà più in dettaglio sempre lo stesso argomento.
E voi entrerete in panico, ve lo posso garantire. Potete avere anche una volontà d’acciaio, ma contro la bomba atomica nulla vale. Comportatevi onestamente e almeno la bomba sarà del tipo convenzionale.
Anche se non passate l’esame non verrete cacciati a calci in culo e il prossimo appello il professore non vi ricorderà come “quello che si è cagato in mano“.

Altro sui professori: la vostra laurea è nelle loro mani e non potete farci nulla. Per fortuna la maggioranza dei professori è onesta, magari sono molto stronzi ma sanno rispettare chi li rispetta.
Non cercate di leccargli il culo. Sorrideranno, e voi capirete male.
Quel sorriso è il sorriso di Hannibal Lecter.
Siate coscienti che sono infinitamente più potenti, e sappiate che per farveli amici l’unica maniera è studiare la loro materia. Per farveli nemici potete fare i cazzoni in loro presenza, dire «io so’ bbravo, io faccio tutto»: saranno felici di assegnarvi problemi insolubili per rimettervi al vostro posto. E ve lo sarete nettamente meritato.

14 thoughts on “Survivin’ Poli

  1. Giacomo ha detto:

    Cosa dire…questa è la dura realtà di chi vuole sperare di far qualcosa nella vita…sono anni devastanti per la mente e per il corpo…

  2. edo ha detto:

    geniale, l’ho letto tutto e non faccio neanche il politecnico

  3. mmiki ha detto:

    ahahah grandioso..quanto son contento di aver deviato dal politecnico all’ultimo…oddio, non che fisica sia l’opposto, è solo più sopportabile xD

    grandioso

  4. Rocco ha detto:

    Sei un grande…
    con tutti i blog personali che ci sono in giro, questa è la prima volta che mi ritrovo ad aggiungerne uno tra i miei preferiti!!!

    tieni duro!!!
    ti faccio l’augurio di trovare uno spazio che si addica e che soddisfi gli anni di sacrificio…sperando che questo non ti costringa ad andare all’estero e di allontanarti dai tuoi cari!!!

  5. sevencapitalsins ha detto:

    Grazie a tutti per i complimenti, vi aggiornoi con le ultime novità.

    Ho trovato un lavoro e inizierò a metà gennaio, probabilmente avrò già finito la tesi quindi non dovrei avere problemi.

    Il lavoro è a Milano, e lo stipendio non è disprezzabile: 1200€/mese.

    Si tratta di un contratto a progetto di 6 mesi come sistemista.

    A questo punto sorge spontanea la domanda: «Sei soddisfatto? Ti ripaga di tutti i sacrifici?»

    No.

    «Se Biagi fosse vivo, cosa gli diresti?»

    Vaffanculo.

    «Cosa hai in mente per il tuo futuro?»

    Dopo i 6 mesi vediamo cosa mi propone l’azienda. Se non alza l’asticella monetaria, non mi propone una cosa interessante o non mi fa fare un lavoro con possibilità di carriera prenderò il posto di Gizzo in Irlanda.

    • giovanitaurisano ha detto:

      ciao!
      illuminante l’articolo ( il post…o qls altro modo giusto che ignoro per definire qnt hai scritto) !
      penso che si possa estendere tranquillamente a (quasi) tutte le facoltà di ingegneria :)
      per il lavoro: andare fuori se ne hai la possibilità! a parità di mole di lavoro, ma in ambienti migliori e con stipendi migliori consiglio la germania.

  6. d1s4st3r ha detto:

    Quanto verità nelle tue parole…

    Io sono uno studente di Informatica, ma le cose in comune sono fin troppe.

    Eh, che vitaccia, quella universitaria!

    PS: spettacolo, nel connubio caffeina/bestemmie mi riconosco appieno!!!

  7. ugaciaka ha detto:

    Favoloso! Stavo per scompiscarmi a tirocinio a leggere questa roba :-D Devo assolutamente farla leggere a qualcuno

    PS: laureando in ing informatica, triennale, PS

  8. Katy ha detto:

    Tanta verità nelle tue saggie parole!!!!
    Ti capisco, io continuo a strisciare ancora tra i corridoi del poli bevendo taniche di caffè e prendendo a calci la macchinina del caffè quando si mangiai soldi!!!!Prima o poi finirà!!!!Ma devo ammetere che nonostante le bestemmie io ho tentato anche la carta:”Dio ti prego aiutami”!!!

  9. Matteo... ha detto:

    Ecco.. prendi le sensazioni di tristezza e nervosismo che ti da il politecnico di Torino.. moltiplicale * 10– e benvenuto al Politecnico di Vercelli :)…

  10. sevencapitalsins ha detto:

    Ah,mi sembra doveroso dire che alla fine mi sono laureato! :D

    Appena uscito dai cancelli, una poderosa bestemmia!

    E dopo tutto ‘sto tempo, non sono ancora andato a ritirare l’attestato. Che roba, che roba. Vaffanculo. :D

  11. ivo.inux ha detto:

    bellissimo sopratutto la parte del SUV parole vere.
    ho molto piacere a conoscere un torinese che non vota lega e non per di più non è razzista
    Io ho fatto biologia tutte donne studio poco e birra tanta ahhahah
    ciao

  12. sevencapitalsins ha detto:

    Update 2: finalmente ho trovato un lavoro serio. Dopo quasi 3 anni dalla laurea, sto facendo un lavoro da ingegnere. Mi sembra un sogno e non rimpiango assolutamente il lavoro da sistemista/programmatore web precedente.

    Alla mia vecchia azienda non ci torno nemmeno se propongono stipendio triplo.

    ERA ORA.

  13. Una matricola del poli ha detto:

    Suggerimenti interessanti e spaventosamente utili… sarebbe grandioso sapere ora com’è la situazione dal punto di vista lavorativo dopo tutti questi anni, grazie in anticipo!

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